

C’è un segreto che rende un piatto davvero speciale, capace di sorprendere e conquistare al primo assaggio: l’uso sapiente di spezie ed erbe aromatiche. In questo viaggio tra colori e sapori andremo a scoprire le spezie più diffuse in Italia e la loro origine, capiremo come e quando usarle, faremo chiarezza sulla differenza tra spezie ed erbe, e infine impareremo a conservarle correttamente per mantenerne intatti aroma e proprietà.
Molte delle spezie che oggi utilizziamo ogni giorno in cucina arrivano da terre lontane, soprattutto dall’Oriente, culla di profumi e aromi che da secoli affascinano l’Europa.
Il pepe nero dall’India, la cannella e la noce moscata dall’Indonesia, i chiodi di garofano dalle isole orientali.
In Italia hanno trovato spazio anche lo zafferano, introdotto dall’Asia minore e oggi coltivato in Abruzzo e Sardegna, e il peperoncino, proveniente dalle Americhe ma ormai simbolo della cucina del Sud.
Uno degli aspetti più affascinanti delle spezie in cucina è il loro comportamento durante la cottura. Non tutte, infatti, vanno aggiunte nello stesso momento.
Alcune, come curcuma, zenzero o semi di cumino, danno il meglio se inserite all’inizio: il calore permette di liberare i loro oli essenziali e arricchire il piatto di aromi profondi. Al contrario, molte erbe aromatiche, pensiamo al basilico, al prezzemolo o alla menta, soffrono le lunghe cotture e rischiano di perdere freschezza e colore. Per questo si aggiungono a fine preparazione o addirittura a fuoco spento, direttamente sul piatto.
Le spezie e le miscele speciali Wiberg non sono semplici ingredienti: sono veri e propri strumenti nelle mani degli chef per elevare ogni piatto a nuovi livelli di raffinatezza. Dal pepe arlecchino all’anice stellato, dal curry indiano al paprika rubino, passando per le miscele mediterranee a base di rosmarino, salvia e origano, ogni prodotto è studiato per regalare profondità di gusto e armonia di profumi.
Dosate con sapienza, le spezie Wiberg trasformano anche gli ingredienti più semplici in esperienze indimenticabili, offrendo agli chef la possibilità di esprimere creatività e dare carattere unico a ogni piatto.
Molto spesso parliamo indistintamente di “spezie ed erbe”, ma in realtà non sono la stessa cosa. Le erbe aromatiche sono le parti verdi delle piante, soprattutto foglie e steli, e per questo hanno un profumo fresco e immediato. È il caso del rosmarino, del timo, della salvia e del basilico, principe della cucina mediterranea.
Le spezie, invece, derivano da altre parti della pianta: radici, semi, cortecce. Pensiamo alla cannella, che proviene dalla corteccia, ai chiodi di garofano, che sono boccioli essiccati, o alla noce moscata, ricavata dal seme di un albero tropicale.
Per preservare il loro potere aromatico, le spezie vanno riposte in barattoli ermetici, lontano da luce e calore. Le erbe fresche si consumano rapidamente, mentre quelle essiccate si conservano in contenitori chiusi e al riparo dall’umidità.
Le spezie ed erbe aromatiche sono un ponte tra culture lontane e tradizioni locali, capaci di trasformare ogni ricetta in un’esperienza unica.
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